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Il Carnevale di Lajetto in Val di Susa

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Il Carnevale di Lajetto, tra scherzi e baraonde, salutiamo l’Inverno e diamo il benvenuto alla Primavera.

Immaginate di arrivare in un’antica borgata di montagna, dove succedono cose folli, dove curiose creature sbucano da ogni angolo, alcune serie e misteriose, altre alquanto bizzarre e dispettose.

Si tratta dell’Antico Carnevale di Lajetto e i personaggi che lo animano sono le Barbuire che intrattengono e animano il pubblico immergendoli in una baraonda totale, tra scherzi, dispetti ed esuberanti balli.

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Il Carnevale di Lajetto ha origini molto antiche ed è stato riproposto per la prima volta nel 2010 dopo 60 anni di assenza e fa parte oggi delle più rappresentative e particolari manifestazioni del folklore alpino piemontese.

Ci troviamo appunto a Lajetto, una delle circa 80 borgate di Condove, in provincia di Torino, in bassa Val di Susa. Situato a 850 metri di quota, era un tempo un importante crocevia e punto di riferimento per le vicine borgate. Oggi è abitata solamente più da una decina di abitanti ed è raggiungibile in auto da una comoda strada o dai diversi sentieri che partono da Condove o da Mocchie.

Questa particolare rappresentazione si tiene ogni anno la domenica grassa, ovvero l’ultima domenica di Carnevale. L’evento è curato dall’”Associazione Culturale “Le Barbuire” che si è occupata della ricerca storica, della ricostruzione dei costumi e del rito. Le comparse, volontari di Condove, sono oggi una trentina.

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Ma chi sono queste Barbuire?

Le Barbuire sono i personaggi mascherati che si dividono in due gruppi: “i belli” (il dottore, il soldato, gli arlecchini, la signorina e il borghese) e i brutti” (i vecchi, le vecchie e l’uomo selvatico).

 lo riconosciamo subito perché indossa la divisa della cavalleria con un grande elmo. Accompagna sempre il medico, scortandolo e portandogli la valigetta del pronto soccorso. Nel rito finale è lui che appende il gallo al pero e tenta, invano, di tagliargli la testa.

Il soldato “El soldà”:

Il soldato lo riconosciamo subito perché indossa la divisa della cavalleria con un grande elmo. Accompagna sempre il medico, scortandolo e portandogli la valigetta del pronto soccorso. Nel rito finale è lui che appende il gallo al pero e tenta, invano, di tagliargli la testa.

Il dottore “El dotor”:

Il dottore indossa abiti eleganti, un mantello nero e la bombetta in testa. Il dottore ha il compito di curare le Barbuire malate somministrando loro varie medicine che risulteranno tutte vane. Solo il vino risulterà efficace. 

I due arlecchini “J’Arlechin”:

I due arlecchini sulla testa hanno un lungo cappello bianco ornato da ciondoli colorati e vestono di bianco. Ballano al ritmo della Banda Musicale con aggraziate danze. Il loro compito è quello di aprire la sfilata e mantenere l’ordine tra le maschere.

La signorina e il borghese ‘l Monsù e la Tòta

La signorina e il borghese sono seri e vestiti in modo elegante. La signorina con cappotto, calze coprenti e un foulard in testa per celare la sua identità. È accompagnata da un signore borghese, anche lui con cappotto e cappello in testa. Sono entrambi simbolo della borghesia e mostrano stizza per gli scherzi delle coppie di vecchi di cui sono la controparte.

I Vecchi e Vecchie “Le cobie ‘d vej” :

I vecchi e le vecchie sono intenti a creare scompiglio tra baraonde e scherzi ai partecipanti. Sono vestiti di stracci sporchi e malconci per rendersi repellenti e paurosi. Sono particolarmente scalmanati e cercheranno in tutti i modi di catturare l’attenzione dei partecipanti.

L’uomo selvatico, El Pajasso

Il protagonista indiscusso è l’uomo selvatico, El Pajasso, vestito di pelli e imbottito di paglia. In faccia ha lunghi peli, calza zoccoli e ha appeso ad una gamba un campanaccio di una capra. Porta sempre con sé un bastone alla cui sommità è legato un gallo (oggi finto). È lui che, al termine della giornata, taglia la testa al gallo decretando la morte del Carnevale, la fine dell’Inverno e l’arrivo della tanto attesa Primavera, riproponendo così un antico rituale di fecondità e prosperità per la nuova stagione in arrivo.

Il corteo delle Barbuire, accompagnato dalla banda musicale, si snoda tra le viuzze della borgata di Lajetto, all’epoca molto popolata e termina nel grande prato chiamato Terahè dove la folla si raduna per assistere al taglio della testa del gallo, appeso ad un grande pero in mezzo al prato.  

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Come raggiungere Lajetto

Se decidete di arrivare a Lajetto a piedi potete partire da Condove, con una camminata su sentiero di circa 2 ore e un dislivello di 550 metri.

Noi siamo invece partiti da Mocchie e abbiamo percorso parte del “Sentiero dei Morti”, un tragitto semplice e poco impegnativo di circa 1.30 ore e 400 metri di dislivello che ripercorre il sentiero utilizzato un tempo per il trasporto dei defunti dalle borgate posizionate in quota. Da qui la vista è mozzafiato sui Laghi di Avigliana e sulla Sacra di San Michele.

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