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Ròca Forà: la cava abbandonata in Val di Susa

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Con quest’escursione vi portiamo in bassa Val di Susa, sopra il comune di Borgone, per fare un giro ad anello molto particolare che attraversa vecchie borgate abbandonate e sentieri immersi nel bosco e nella pace più assoluta.

Faremo quindi un viaggio nella storia, camminando lungo i territori un tempo percorsi giornalmente dai “picapera” (spaccapietra o scalpellini) che, all’interno di Ròca Forà, (una cava ora abbandonata) estraevano grosse macine per i mulini da macinatura dei cereali.  

Ed è proprio all’interno di questa grotta che entreremo e ci addentreremo tra le sue rocce. Un luogo molto suggestivo dove avremo modo di vedere ancora i segni lasciati dai picapera e da cui avremo una vista magnifica sulla valle ai nostri piedi.

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Il percorso che di seguito vi descriverò è semplice e senza particolari difficoltà tranne il tratto che conduce all’intero di Ròca Forà in quanto occorre arrampicarsi lungo alcuni pioli da ferrata e poi risalire all’interno della grotta camminando su un terreno sabbioso e un po’ instabile.

Questo tratto è considerato di difficoltà EE (escursionisti esperti). L’accesso è quindi sconsigliato ai bambini e a chi non ha grandi esperienze in ambito di escursionismo. È comunque sempre da evitare in caso di pioggia o di mal tempo. 

Questo tratto è EVITABILE e il giro ad anello può essere comunque percorso senza salire all’interno della grotta.

Per il nostro giro di oggi a Ròca Forà occorre raggiungere Borgone Susa e proseguire fino alla Falesia della Cava di Borgone dopo possiamo lasciare l’auto in un ampio spiazzo ai piedi della falesia di arrampicata. Per comodità puoi importare qui il navigatore.

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Passando ai piedi della falesia ci inoltriamo in un boschetto alla nostra destra, seguendo il sentiero ben segnalato con indicazione Ròca Forà. Da qui iniziamo a salire facendoci guidare dai lunghi muretti a secco che delimitano il sentiero. La vista inizia ad aprirsi ampia sulla vallata sottostante.

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Continuiamo a seguire le indicazioni per la Rocà Forà e al secondo bivio manteniamo la sinistra seguendo i cartelli “Archit” e Rocca Bruna” (andando a destra arriveremo in pochi minuti ai piedi della grotta ma noi vogliamo fare un giro ad anello più lungo ma anche decisamente più panoramico).

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Continuiamo a camminare alternando tratti leggermente più ripidi a tratti in piano, fino a raggiungere un singolare pilone votivo e poi Rocca Bruna, un’antica borgata abbandonata a quota 705 m.

Qui ci attende un piccolo nucleo di case in rovina, avvolte nel silenzio. Sono la testimonianza di un passato ormai lontano, di chi un tempo viveva questi luoghi remoti e dove oggi la natura si è ripresa i suoi spazi impossessandosi di muri, vie e costruzioni.

In quello che rimane delle stanze si trovano ancora vecchi mobili in rovina, tini, resti di botti ed alcuni torchi, testimoni dello sfruttamento a vigna dei terreni circostanti la borgata.

Una borgata da esplorare in punta di piedi, ripensando a come poteva essere un tempo, a chi abitava queste montagne, al duro lavoro che facevano per vivere e alla vita che conducevano. Un modo di vivere anni luce lontano dal nostro ma che non dobbiamo mai dimenticare per non perdere le nostre radici.

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Ritornando sui nostri passi iniziamo la discesa seguendo le indicazioni per Rocà Fòrà lungo un sentiero a tratti leggermente ripido.

Superato il singolare “Riparo dei Pica Pera” e aggirato un grande masso arriviamo al bivio indicante verso destra la Rocà Fòrà. Qui possiamo scegliere se salire verso la grotta o se continuare la nostra discesa verso valle e vitando così il tratto EE.

Noi decidiamo di salire e quindi procediamo in salita verso destra fino ad incontrare una scaletta in ferro che sale sulla roccia. La percorriamo con prudenza e poi affrontiamo un breve tratto ripido con gradini scavati nella roccia.

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Da qui un’altra ripida salita ci porta all’imbocco della grotta dove dobbiamo risalire una colata di roccia polverosa e scivolosa che ci accompagna fino al suo interno lungo circa una ventina di metri.

Una volta dentro vi sembrerà di essere stati catapultati in un altro mondo. Avrete tutto intorno a voi la roccia, il mondo ovattato e il silenzio più assoluto per non parlare della vista spettacolare sulla bassa Val di Susa.

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Lungo le pareti della grotta sono ancora presenti i solchi lasciati dalla lavorazione dei picapera e vi sono ancora diverse macine da mulino lasciate incompiute e che affiorano dalla roccia (impressionante è quella posta all’ingresso della grotta, in alto sopra la nostra testa). 

Si pensa che siano rimaste incompiute in quanto prove e tentativi fatti dai picapera alle prime armi oppure si pensa anche che siano rimaste incompiute in quanto la cava dismessa e abbandonata rapidamente.

Ritornanti sul sentiero riprendiamo la discesa verso valle proseguendo sempre dritto. In brevissimo tempo ci ritroveremo al bivio incontrato all’andata e non ci resterà che ripercorrere un breve tratto a ritroso per fare ritorno alle nostre auto.

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Spero che anche tu possa trovare nella montagna una grande Maestra di vita!

A presto.

Richiedimi la traccia gpx del percorso lasciandomi un commento in fondo a questo articolo. La riceverai via e-mail quanto prima. 

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